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Aterosclerosi

Il termine aterosclerosi deriva da athere che significa poltiglia e sklerosis che significa indurimento. In sostanza consiste nella formazione di depositi di grasso sullo strato interno delle pareti delle arterie provocando una restringimento ed un indurimento delle arterie stesse.
Generalmente questa placca si forma nelle zone in cui vi è accumulo di trigliceridi, colesterolo libero ed esterificato, ovvero situazioni di ipercolesterolemia.

Oltre al valore di colesterolo e grassi nel sangue conta molto per l’aterosclerosi il bilancio LDL-HDL. Più alto sarà il valore delle LDL, maggiore sarà il rischio di insorgenza di aterosclerosi.

L’aterosclerosi si può sviluppare nel corso degli anni in maniera asintomatica e quando a 40 anni compaiono i primi segnali la situazione è già abbastanza grave.

Spesso si manifesta con un infarto o nei peggiori dei casi con un ictus, quando ormai il distaccamento blocca completamente la circolazione o si stacca dalle pareti.

 

Aterosclerosi: Fattori di rischio

Aterosclerosi

Oltre ad essere una malattia nella gran parte dei casi ereditaria, i fattori di rischio modificabili o potenzialmente controllabili sono l’iperlipidemia (soprattutto è negativa in termini di colesterolo, l’ipercolesterolemia), l’ipertensione (pressione alta), il diabete e il vizio del fumo.
In maniera minore influenzano anche l’obesità, lo stress, una vita sedentaria ed una ripetuta assunzione di alcolici.

Influiscono invece con certezza sull’insorgenza dell’arteriosclerosi fattori non modificabili come l’età, il sesso e la razza – di norma colpisce soggetti in età avanzata, soprattutto uomini poiché gli ormoni proteggono le donne almeno fino alla menopausa, con differenze interrazziali- e fattori modificabili, correlati cioè allo stile di vita.