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Cannabis per dimagrire: ecco cosa devi sapere sulla cannabis legale in Italia

La cannabis è divenuta al 100% legale, ma ancor oggi sono davvero tante le persone che trovano diverse difficoltà nel capire che tipo di marijuana legale usare. In fin dei conti, le tipologie di cannabis nelle diete alimentari che tutt’ora si possono trovare sul mercato sono davvero tante: si spazia da quelle maggiormente conosciute fino a quelle industriali usate solo da una stretta cerchia di persone.

Partiamo dal presupposto che non tutta la cannabis che si può trovare sul mercato è definibile come legale, in quanto molto dipende dalla concentrazione di THC della pianta stessa. Clicca qui per ulteriori informazioni su dove poter acquistare marijuana legale online. Le autorità svolgono comunque controlli su tutto ciò che riguarda la concentrazione del THC in queste piante. L’argomento in questione è stato rilanciato da alcuni ricercatori italiani che hanno provato a confutare la sentenza della Corte di Cassazione secondo cui una concentrazione maggiore del 0,6% di THC sarebbe pericolosa per la salute umana. Inoltre, sempre secondo alcuni studi che vennero pubblicati sulla rivista European Economic Review, l’uso della marijuana legale aiuterebbe a contrastare la criminalità organizzata grazie alla riduzione dello spaccio.

E’ vero che la cannabis fa dimagrire?

Molti studi hanno dimostrato che, in qualche modo, il CBD fa dimagrire. Perchè vi chiederete? Secondo le ricerche ad oggi effettuate, il CBD fa dimagrire perché riduce l’appetito: non lo elimina del tutto, ma tende ad aumentare il senso di sazietà.

I ricercatori che hanno studiato l’effetto del CBD sul nostro corpo lo reputano un valido aiuto nelle diete alimentari dimagrenti in quando aiuterebbe a ridurre le quantità di cibo seppur non avendo effetti diretti anti-obesità.

Ma quali sono le tipologie di marijuana contenete CBD accettabile? E che differenze hanno? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

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Cannabis light: è sempre la stessa?

Parlando di cannabis light s’intende il nome scientifico dato alla marijuana leggera: una pianta che combina il CBD e il THC stimolando l’attività del cervello e rilassando. Molti credono che questa pianta sia solo una risposta alla voglia di divertirsi, ma non è propriamente così.

A differenziare le diverse tipologie di marijuana light sono proprio le concentrazioni delle due sostanze più importanti della pianta in questione: CBD e THC. Loro sono anche le principali responsabili dei vari benefici e di effetti psicoattivi della marijuana. A seconda delle concentrazioni di queste sostanze, gli effetti possono essere principalmente rinvigorenti oppure calmanti. Ogni consumatore, quindi, può scegliere per le proprie esigenze il tipo di marijuana che preferisce maggiormente.

Utilizzo di Marijuana in campo medico

Nell’ultimo periodo la marijuana legale viene usata sempre di più anche nell’ambito medico, soprattutto per il trattamento di vari disturbi psicologici, come l’ansia, la depressione e la schizofrenia. Come se tutto ciò non bastasse, la cannabis light viene usata anche per alleviare i dolori prettamente fisici, come quello articolare oppure muscolare. Tutte le tipologie di marijuana legale includono delle bassissime concentrazioni di THC (inferiori allo 0,6%).

Le tipologie di cannabis light:

La sativa

Principalmente sul mercato si può comprare la canapa legale in 3 varietà differenti: l’indica, la sativa e la ruderalis. Parlando della cannabis sativa bisogna dire che viene usata principalmente nel campo tessile. In effetti, si tratta di una di quelle piante che forniscono alle persone interessate una grandissima varietà di fibre tessili ottimali per cucire. Questa varietà è di origine al 100% europea e la relativa pianta può essere coltivata solo e unicamente all’esterno, in quanto può raggiungere delle dimensioni piuttosto considerevoli. La sativa inoltre include la maggiore concentrazione di THC: per questo non viene quasi mai usata a scopo ricreativo, in quanto potenzialmente dannosa per la salute. Essa, difatti, può creare una consistente dipendenza psicologica. D’altro canto, la cannabis sativa è in grado di aiutare le persone interessate a fare un gran ventaglio di cose. Per esempio, essa stimola la creatività, porta la persona in uno stato di euforia, calma la nausea, abbassa l’aggressività, stimola l’appetito, rivitalizza e combatte i sintomi depressivi (tuttavia, bisogna anche notare che non agisce direttamente sulla patologia ma solo sulle sue manifestazioni sintomatologiche).

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Oltretutto, questa tipologia di cannabis light può essere impiegata nell’ambito cosmetico anche sotto forma di un particolare olio, che è del tutto privo di sostanze stupefacenti e per questo è un ottimo alleato nella lotta all’invecchiamento e ai problemi che possono colpire il cuoio capelluto.

L’indica

Per quanto riguarda la cannabis indica, la questione è ancora più diversa, difatti può essere coltivata senza problemi anche all’interno degli edifici e generalmente è di origine orientale (prevalentemente proviene dall’India). È facilmente riconoscibile per via delle sue foglie: sono particolarmente larghe e abbastanza ridotte. La concentrazione della THC è piuttosto bassa, tuttavia include delle grandissime concentrazioni di CBD: questo la rende perfetta per l’uso medico prettamente rilassante, infatti si tratta di una delle specie vegetali maggiormente utilizzate in assoluto proprio nel settore medico. Questa pianta, ovviamente, viene usata anche per scopi puramente ricreativi, ma in tal caso bisogna prestare una certa attenzione alla concentrazione di CBD inclusa.

Nel campo medico la canapa indica viene usata per problemi come i dolori fisici, per curare gli spasmi muscolari e le infiammazioni, senza dimenticarsi di tutto quello che riguarda l’ansia, la depressione, la schizofrenia e più in generale vari disturbi psichici. Grazie al suo aiuto vengono indeboliti gli effetti collaterali di numerose terapie invasive; altresì si curano l’insonnia e i vari tremori, come quello delle mani. Al giorno d’oggi moltissime persone la usano anche per alleviare lo stress, uno dei problemi più grandi del nostro tempo. Ormai si può sicuramente parlare della cannabis indica come di una delle specie vegetali più usate nella medicina.

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La ruderalis

Infine, tra le specie di cannabis utilizzate nel settore medico non ci si può dimenticare di tutto ciò che riguarda la canapa ruderalis, unica delle varietà autofiorenti della marijuana. Tra i suoi vantaggi spicca il fatto che quest’ultima non richiede molte attenzioni nella coltura, ma sfortunatamente fiorisce soltanto negli ambienti a clima rigido, il che la rende poco adatta alla coltura in Italia, d’altro canto, tra i Paesi migliori per la sua coltura spiccano, invece, la Cina e la Russia. Questa tipologia di marijuana legale non include delle grandi concentrazioni di CBD o THC; inoltre è ideale per eseguire degli incroci ibridi con le altre varietà (principalmente con la canapa sativa e quella indica). Come le altre tipologie indicate, anche questa può essere usata senza problemi nel campo medico e terapeutico, offrendo ai consumatori la possibilità di alleviare i propri dolori e sentirsi più rilassati, allontanando le fatiche lavorative e quelle dovute allo stress.

Ovviamente, scegliendo la giusta varietà di canapa legale non si può fare a meno di considerare anche tutto ciò che riguarda il prezzo, che è molto variabile. Molto dipende sicuramente dal negozio in cui viene eseguito l’acquisto e attualmente alcuni shop che vendono queste tipologie di cannabis offrono dei prezzi molto convenienti. Uno di questi è Justbob.it, un e-commerce creato da giovani ragazzi, per la commercializzazione, perfettamente legale ed estremamente controllata, delle più famose tipologie di cannabis legale.